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”In molte feste si può individuare la presenza di una qualche imitazione dei funerali o delle processioni funerarie: i riti funerari sono tipici di quasi tutte le feste del ciclo del calendario agrario. Una delle particolarità di questi riti consiste nel fatto che si allestivano dei funerali che non erano tragici, ma comici. La rappresentazione di un dolore simulato ha un carattere di parodia e di farsa ed a volte termina con una sfrenata allegria(.).

L'allegria del riso è l'allegria della vita. L'opinione popolare attribuisce al riso non solo la capacità di accompagnare la vita, ma anche di provocarla, farla nascere nel senso più letterale del termine. Così si spiega l'esistenza, nel folclore, di un riso particolare, rituale (.).

Quando nacque l'agricoltura il concetto delle forza vivificante del riso trovò la sua applicazione nel campo dei culti agrari. La forza del riso doveva garantire alla terra la forza fruttificante, doveva aiutarla al momento del parto (.).

Il riso non influiva sulla natura in modo immediato, ma attraverso la resurrezione delle personificazioni antropomorfiche della festa che venivano uccise e che risorgevano sotto forma di erbe o di cereali, che cioè con la loro morte e con la loro resurrezione provocavano il raccolto”.

Vladimir Ja. Propp, Feste agrarie russe (1978: 131, 182-83, 186).