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Leggende e miti di riferimento

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”Un rito ha bisogno del suo mito di riferimento; alla gente non piace fare le cose senza sapere il perché, e, se le viene proposta una «spiegazione» che la convinca, la accetta di buon grado. Oltre tutto, un rituale regolato da un mito preciso è un rituale più ordinato, meno pericoloso; il rituale senza un forte mito di riferimento manca di indicazioni culturali e può degenerare facilmente nel caos (.).

Non affatto detto che questo copione sia stato necessariamente scritto prima del rito: può benissimo essere avvenuto il contrario, e anzi, se non fosse come cercare se è nato prima l'uovo o la gallina, sembrerebbe logico che prima nasca un comportamento collettivo, e poi la narrazione simbolica che lo supporti e lo giustifichi (.).

La chiesa cristiana, nella sua gigantesca opera di edificazione culturale unitaria, sovrappose sui precedenti miti pagani la storia della vita di Cristo, rispettando le scadenze delle vecchie ritualità calendariali, ma trasformandole in rito cristiano. Il risultato è che in tutto il mondo cristiano vi è un'assoluta omogeneità dei miti di riferimento “.

Bruno Pianta, Cultura popolare (1982: 77; 75).