(giovedì grasso di mezza Quaresima)
[Monologhi processi e testamenti -ieri-][Esecuzioni sacrifici e supplizi simbolici -ieri-]
II luogo stabilito era lo stalù, una stalla molto grande ove fino a dieci famiglie si trovavano per fare lo stremadès.
Tornando al “processo”, una volta scelta la egia sl diceva che tutte le figlie del paese erano figlie sue e che era stato il diavolo a fargliene avere così tante. A questo punto interveniva un notaio ed un prete (anch'essi commedianti) allorché la vecchia si sentiva male e sul punto di morire faceva testamento. Ciò che aveva detto la vecchia veniva dal notaio reso noto al pubblico partecipante al processo e alle ipotetiche figlie della egia. Poi interveniva il prete che la confessava e nel frattempo si scorgeva, da dietro un pilastro, il diavolo (un uomo al quale era stata applicata lana di capra su tutto il corpo, con delle corna e delle catene ai piedi) che faceva stridere per intimorire i presenti e avvertire che era arrivato a prendere la egia. La mia più anziana testimone dice che ad uno di questi processi era presente il diavolo in persona che aveva i pledi di capra e gli occhi rossi come il fuoco. Dopo ciò la egia moriva e si fingeva di rasegarla (tagliarle il corpo con una sega).