Comune di Berzo Demo

Il calendario: date fisse

Il Santuario dei morti ”miracolosi” di San Valentino a Demo

(14 Febbraio San Valentino)

  • Carte tematiche[Pellegrinaggi][Propiziazione e terapia]

  • Ci sono santuarietti che nessun documento ufficiale registra, ma che pure superano di gran lunga, quanto a pietà popolare, altri santuari più celebrati e reputati. Tale è, ad esempio, la chiesetta dei Morti di S.Valentino di Demo. Fino a pochi anni fa era coperta letteralmente di ex voto, specialmente di quelli anatomici (gambe, piedi, mani di legno) fabbricati da un qualche falegname del luogo, senza alcuna arte, ma significanti una vivissima devozione. Oggi è più spoglia, ma sempre al centro della pietà popolare (…).
    Torme di devoti specie il giorno di S.Valentino [14 febbraio], il 16 di agosto [S.Rocco] e il giorno dei morti [2 novembre], continuarono a salire lassù”.

    da Antonio Fappani, Santuari nel Bresciano 3/Valle Camonica - I,
    pp.98-101

    Dallo stesso autore apprendiamo che la chiesetta, posta al centro di un accidentato pianoro che si protende a picco sulla Valsaviore, ha incerta datazione d'origine, ma la tradizione la vuole dedicata ai morti appestati di un lazzaretto sorto lì nei pressi, pare durante l'epidemia del 1630.

    La devozione popolare per i morti di peste e i pellegrinaggi a questo piccolo santuario si mantennero in uso sino al nostro secolo. A tale proposito, durante la visita pastorale compiuta nel 1914, il vescovo Gaggia ebbe infatti a osservare: “questi morti sono miracolosi e moltissimi sono coloro i quali da ogni paese accorrono a domandare grazie”. Il loro culto nel Bresciano venne a collegarsi a quello di S.Valentino, il santo ricordato per la creazione delle catacombe romane (che una leggenda vuole sorgessero su terreni di sua proprietà) e che per questa ragione fu posto di frequente a tutela di cimiteri e lazzaretti.

    Nel 1939 mons. Perletti, recatosi in visita pastorale a questo santuario per conto del vescovo Tredici, ingiunse di non definire più “miracolosi” i morti di peste e volle che fosse cancellata dalla facciata di quel luogo sacro la scritta che tali li proclamava.

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