Comune di Goito

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Documento storico

  • Il parroco locale (Baldassarre Sartorio)
    al sig. Cavaliere Prefetto del Dipartimento del Mincio (Michele Vismara)
    Goito 28 agosto 1811
    … riesce osservabile che al principio ed al finire dell'anno eravi l'uso di tirar dietro all'anno, come suol dirsi, delle archibugiate, ma che questo è cessato colla total proibizione delle armi, e che non vi è rimasto se non il semplice costume di fare dei fuochi con delle cataste o mucchi di legna, nominati borielli, nella sera della Epifania, detta volgarmente Pasquetta, saltandovi e cantandovi d'attorno, e mandando voci e grida clamorose di giubilo, come pure di portare in tale occasione alle case una stella di carta trasparente con entro le figure dei Re Magi, cantando una canzone allusiva ad essa festa, e raccogliendo triviali doni dalle case stesse.

    Quanto al Carnevale non si soglion praticare se non le comuni allegrie di maschere e mascherata, di danze e feste di ballo, colla debita licenza, ed una cucina già migliore del restante dell'anno. Bensì poi nei paesi più grossi, come in Goito, nel venerdì ultimo di Carnevale, detto gnoccolaro, si suol fare quasi sempre una solenne mangiata di gnocchi preparati e cotti a bella posta in sulla piazza, la quale però, attesa la troppo golosità dei mangiatori, è costata talvolta la vita a qualcuno di essi.

    Riguardo alla Quaresima, Settimana Santa e Pasqua non mi consta che vi sia cosa in queste parti da notare, non praticandosi processioni notturne, né sacre rappresentazioni per la strada né verun altra particolare costumanza. Solo in Quaresima si pratica qualche volta la pubblica allegria di rassegare la vecchja, giusta la volgare espressione, su la piazza; il che è un'affare di qualch'ora e nulla più.

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