Comune di Ceresara

Il calendario: date fisse

Fiera della Possenta

(25 - 29 marzo)

La Madonna della Possenta

Da un ospuscolo stampato in prima edizione nel marzo 1941 (e ristampato in anastatica nel marzo 2004) abbiamo ricavato le seguenti informazioni sul santuario mariano di Ceresara e sulla festa in onore della Madonna della Possenta che si celebra il 25 marzo, solennità dell'Annunciazione.

In questo giorno “già dal mattino c'è un pellegrinare devoto al santuario. Gente di ogni ceto sociale, tutti col proprio fardello di miserie, tutti a chiedere le grazie più disparate (…). Si succedono nel santuario le divine, solenni officiature. Quindi è la volta di benedire gli indumenti, raccolti in piccoli involti, che indosseranno gli infermi onde godere della materna protezione della Vergine. Nel pomeriggio, fin dalla prime ore, accorrono i bimbi cui attrae un lontano zufolìo, preludio di dolci e di giocattoli, sapore della sagra. Più tardi le donne, e giovani in modo particolare, ed uomini. In passato le ampie aie delle case limtrofe accoglievano le sudate coppie piroettanti al suono della fisarmonica. Gaia fatica interrotta delle merende di varie comitive sparse sui verdi prati e a cui partecipavano anche i non più giovani (…). Col morir del giorno s'intensifica il movimento del ritorno ed è in tutti un senso di riposata letizia quasi ciascuno portasse con sè la poesia di questa festa religiosa ed agreste consacrata dalla tradizione attraverso i secoli”.

Il più antico documento storico sull'oratorio della Possenta risale al 9 ottobre 1544, data della prima visita pastorale alla Diocesi di Mantova compiuta dal Vicario Generale mons. Francesco Marno, delegato dal card. Ercole Gonzaga. Nella chiesetta campestre si venerava, e si venera tuttora, un'immagine quattrocentesca in terracotta della Madonna che tiene il Bambin Gesù sulle ginocchia. All'esterno dell'oratorio sorge un pozzo di acqua ritenuta miracolosa. Una pia leggenda, narrata da Rosa Zanini Carleschi, motiva questa credenza popolare: “In tempi remoti alcuni malandrini che infestavano la campagna si introdussero di notte nell'umile chiesa della Possenta per fare bottino dell'oro e dei gioielli che onoravano in abbondanza l'immagine della Madonna. Ma alcune collane s'impigliarono nel braccio della statua. I malandrini allora, spezzatolo, lo gettarono nell'asciutto pozzo vicino. Al tocco del braccio benedetto, dal fondo arido, scaturiva una sorgente di acqua limpida e fresca come polla alpina. E da allora -quell'acqua- bevuta con fede (è provato da innumeri attestazioni) non solo guarisce i mali fisici anche fra i più gravi ed ostinati e incoraggia e conforta gli spiriti deboli e abbattuti, ma con speciale larghezza aumenta o dona la screzione lattea alle mamme che l'impetrano”.

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