Comune di Incudine

Il calendario: date fisse

Festa di San Vito e Sant'Anna a Incudine

(15 giugno e 26 luglio)

  • Carte tematiche [Leggende e miti di riferimento]

    (vedi immagini)

    Se c'è chi pensa che non vi siano più angoli dove la pietà e la devozione popolare abbiano lasciato un segno rilevante, basterebbe che salisse al Santuario di S.Vito e S.Anna, sulla montagna di Incudine, per scoprirlo. Conosciuto certamente e amato dalla popolazione locale, esso è pressochè sconosciuto ai bresciani in generale.

    Anzitutto sembra fuori del mondo; e poi è maestoso come una cattedrale rapportato al luogo in cui sorge (1900 metri sul livello del mare) e posto in una amenissima conca morenica che, dal Corno Plazza e dalle propaggini del monte Aviolo, domina le valli Finale e Moriana. Il pianoro è splendido, rallegrato da centinaia di larici secolari, da folti cespugli di rododendri e di pini mughi. In lotta continua con le intemperie, con le valanghe, il Santuario di S.Vito si eleva ancora, dopo 400 anni, contro vette di roccia alte 1500 metri ed è sicuramente una delle chiese più sconosciute della Valle Camonica.

    Questa non conoscenza è, a mio avviso, da attribuirsi alla gelosa tradizione, all'affetto, all'attaccamento, mantenuto nella più schietta, nella più genuina devozione cristiana che ha voluto, e vuole -rasentando quasi il fanatismo nerlla gente del paese e in quella dei paesi vicini- mantenere nei secoli quel raccoglimento, quegli intenti, quella pietà e quei fini di tradizione, per i quali questo Santuario è stato voluto lassù, a circa quattro chilometri dal paese. Il luogo è stupendo. Dai ciglioni di S.Vito al “Vago” discendono torrenti, il più pericoloso dei quali è il Moriana, che scorre sulla destra.

    Il culto di S.Vito, attestato per il sec. V a Roma, si diffuse poi nelle isole, nell'Italia settentrionale, in Francia, in Germania e presso i popoli slavi. Nel Medioevo S.Vito era invocato specialmente contro il morso dei serpenti velenosi, contro l'idrofobia, la corea (ballo di S.Vito), e annoverato per ciò fra i quattordici Santi “ausiliatori”, venerati nei momenti difficili. Tale devozione, sorta forse in Germania nel sec. XIII, fiorì, nel sec. XIV, a causa delle violente e numerose epidemie che infierirono in Europa.

    E' certo al diffondersi del culto, in ragione di queste circostanze, che si deve il santuario di Incudine.

    S.Vito divenne un santo talmente di casa, che la gente inventò leggende sulla sua permanenza fra quelle montagne, tanto da dipingerlo come un allegro pastore in vena di scherzi nei riguardi dei pastori di Monno e da essi poi singolarmente punito per questo.

    La più strana delle leggende vuole che S.Vito abbia spiccato un tale salto da Monno paese -dove si trovava in compagnia di S.Brizio- per ritornare al luogo in cui sorge il santuario, da lasciare l'orma di un piede umano sopra un sasso, che viene ancora oggi mostrato.

    Ma la più plausibile ragione del culto è dovuta alla ricerca di protezione di S.Vito contro i serpi velenosi e l'idrofobia.

    Più inspiegabile è il culto di S.Anna, che deve essere stato introdotto, per assimilazione alla nutrice di S.Vito, Santa Crescenzia, nel '700, quando il Santuario venne ricostruito.

    Ancor oggi si celebrano al Santuario due feste: quella del 15 giugno, in onore di S.Vito, e quella del 26 luglio in onore di S.Anna. In queste ricorrenze, ancora oggi è notevole l'affluenza di pellegrini che vi si recano da Incudine, non solo, ma anche da Malonno, Sonico, Edolo, Mu, Monno, Precasaglio, Temù, Stadolina, Vezza, Vione.

    In occasione delle festa del 26 luglio si svolge un singolarissimo cerimoniale, che non trova riscontro se non in località dell'Italia meridionale. Si tratta, infatti, dell'”asta” e della processione delle “statue”. Il privilegio di portare in processione le due statue lignee di S.Vito e S.Anna, che troneggiano nella chiesetta sullo sfondo di numerosi ex voto, è disputato da due gruppi (”gli uomini” e “le donne”) a colpi di offerte in denaro, destinate poi alla cura del santuario durante tutto l'arco dell'anno. E' uno spettacolo interessantissimo: un “banditore” raccoglie il denaro che viene offerto; alla fine il gruppo che ha offerto di più ha l'onore di portare in processione la statua di S.Anna, mentre l'altro porta quella di S.Vito. La processione è molto bella da vedere: si snoda nel bosco, all'ombra degli ultimi abeti. Le due statue troneggiano, ondeggiando, sulla folla semplice e pittoresca, sorrette faticosamente a braccia da giovani, uomini e donne.

    Dino Marino Tognali

     

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