Comune di Lumezzane

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Pellegrinaggio al Santuario di Conche

( 2° lunedì dopo l'Assunta)
  • Carte tematiche[Pellegrinaggi]

  • IL LUOGO

  • La montagna di Conche (m. 1.157) sorge tra la Valle del Garza e la Val Gobba. Nella prima di queste valli si trovano i paesi di Bovezzo, Nave e Caino, nella seconda quello di Lumezzane. La montagna, sulla quale sorge un santuario dedicato a S.Costanzo e alla Madonna della Misericordia, si può raggiungere solamente a piedi attraverso un percorso, detto “ i senter de Conche”, che si diparte da ciascuno dei paesi delle due vallate. Due sono i principali punti di convergenza e di riferimento di questi sentieri: La Cocca (m. 830) e il Pater (m. 940).

    La Cocca, termine che significa “dosso o cima”, è una testata che fa da spartiacque tra le due valli. La località Pater, costituita da un vasto prato, è così denominata per la consuetudine dei pellegrini di recitarvi il Padre Nostro prima di affrontare l'ultimo tratto di strada che porta al santuario.

    Sparse su questa montagna vi sono numerose “santelle”, cappelle, che testimoniano la diffusione locale del culto della Madonna.

    I sentieri che salgono da Caino partono dalla “Madonna delle fontane”, un piccolo santuario dedicato all'Addolorata, costruito nel 1750 per ricordare l'apparizione della Madonna, sotto l'aspetto di una vecchietta, a un mandriano muto al quale fu ridata la parola e resa più vigorosa la fede.

    Due luoghi è necessario ancora citare per i pellegrini che salgono da Lumezzane e Nave passando per la Cocca, sono: la santella di S.Carlo, legata al ricordo del Santo riformatore che qui avrebbe sostato durante le sue visite alla Diocesi di Brescia del marzo 1580, e la cappelletta di S.Apollonio con la sua limpida sorgente, detta “Santel de la cassa” per via del mestolo in ferro, appeso a una catena, col quale viandanti e pellegrini possono attingere l'acqua.

    La fantasia popolare ha ambientato in questo luogo una pia leggenda, stando alla quale, al tempo delle persecuzioni volute dall'imperatore Adriano, il Santo vescovo di Brescia Apollonio, rifugiatosi a Lumezzane, avrebbe qui fatto sosta assieme ad alcuni neofiti fra i quali vi erano Faustino e Giovita, i futuri protettori di Brescia. Nell'incertezza del futuro e cedendo alle insistenze dei catecumeni, il vescovo si sarebbe deciso a battezzarli. Ma, non trovando acqua, avrebbe fatto scaturire dal terreno la fonte che ancor oggi qui zampilla e che, a quanto si dice, rimane sempre di livello costante. La fonte non si sarebbe mai prosciugata, nemmeno nei momenti di più grave siccità. I mandriani ricordano estati nella quali, essendo esaurita ogni altra pozza o cisterna, poterono continuare ad attingere a questa fontana l'acqua necessaria per dissetare il bestiame. Non pochi attribuiscono a quest'acqua poteri miracolosi.

    All'interno della Cappella, che è stata restaurata nel 1955 da Ghidini e Sala, sta un dipinto centrale, di fattura popolare, raffigurante il vescovo Apollonio nell'atto di battezzare nei pressi della fonte un giovane attorniato da un piccolo gruppo composto da un secondo giovane, altri due uomini, una mamma che sorregge un bimbo e un chierico. I due giovani rappresenterebbero Faustino e Giovita. Sulla parete sinistra della Cappella è raffigurata un'immagine di S.Firmo, invocato dai mandriani a protezione del bestiame; sulla destra è invece effigiato S.Costanzo assorto in preghiera dinanzi a una montagna e ad una chiesa sopra la quale volteggia una colomba. Alla fontana si accede scendendo quattro gradini. Giunti a S.Apollonio si è quasi alla fine del percorso, per arrivare a Conche rimane ancora da compiere un'irta salita di circa un quarto d'ora, poi ecco apparire il grande prato contro il quale si innalzano, nella loro rustica e spoglia bellezza, il Santuario e il Cenobio.

    IL SANTUARIO DI CONCHE TRA LEGGENDA E STORIA
  • Il Santuario di Conche sorge a un centinaio di metri dalla vetta, detta “Gosì”, sulla quale è stata collocata una grande croce in ferro che segna il confine tra Lumezzane e Caino.

    Secondo la tradizione, costruttore del Santuario fu S.Costanzo, vissuto tra il XI e il XII secolo, imparentato forse con Matilde di Canossa e difensore in armi della Chiesa. A seguito di una ferita ricevuta in battaglia, Costanzo ebbe in sogno una visione infernale, dopo la quale decise di ritirarsi dal mondo per dedicarsi unicamente alla preghiera e alla meditazione. Mentre cercava un luogo il più possibile solitario, egli vide una colomba in volo che lo guidò fino al monte Conche. Là Costanzo visse in preghiera per circa quarant'anni dando avvio all'erezione in quel luogo di una chiesa, dedicata alla Madonna della Misericordia, e di un cenobio. Dopo la morte e la sepoltura a Conche di Costanzo, avvenuta intorno al 1151, il Santuario e il monastero da lui fondati vennero affidati ai Frati Umiliati, poi, con bolla di Papa Eugenio IV del 30 giugno 1443, furono dati in custodia alle Monache Domenicane di Santa Caterina.

    Durante la permanenza dei Domenicani a Conche si diede inizio alla ricerca del corpo del Santo, la cui scoperta risale al 1481. Diffusasi la notizia del ritrovamento, la gente del luogo, in particolare gli abitanti di Nave, trafugarono le spoglie del Santo, nell'intento di impedire che esse fossero traslate a Brescia nella Chiesa di Santa Caterina, presso la casa madre delle domenicane. Ma l'autorità religiosa rientrò in possesso del corpo trafugato e le reliquie del Santo furono distribuite tra la cattedrale della città e il convento delle Domenicane, mentre alla chiesa di Conche fu destinato solo l'osso di un braccio.

    La scoperta del corpo del Santo incrementò la devozione al Santuario di Conche, verso il quale si intensificarono i pellegrinaggi e che divenne méta della processione del primo giorno delle Rogazioni (antecedenti l'Ascensione). In questa data e nelle feste solenni era distribuito pane e vino ai pellegrini che giungevano al Santuario di Conche.

    Nel 1489 la festa di S.Costanzo venne fissata al 12 febbraio.

    In periodo napoleonico, l'8 dicembre 1798, fu decretata dalla Repubblica Cisalpina la soppressione del Monastero di Santa Caterina in Brescia e, alcuni anni dopo, il corpo di S.Costanzo fu trasportato nella chiesa parrocchiale di Nave (il 24 novembre 1805).

    Durante la Repubblica Cisalpina anche il santuario di Conche passò nelle mani di privati fino a che, nel 1837, divenne proprietà della fabbriceria parrocchiale di Nave. Nel 1881 il fabbriciere Giovanni Pasotti donò il territorio di Conche al Comune di Nave, ma la gestione del Santuario rimase, e lo è ancora tutt'oggi, affidata alla Parrocchia di Nave, che diede vita alla “Pia Confraternita del Santuario di Conche in Nave” della quale fanno parte anche confratelli di Lumezzane e di Caino. I membri della Confraternita, divisi in quattro gruppi di volontari, assicurano l'apertura del Santuario, alternandosi da maggio a settembre, una settimana ciascuno, accudendo ai locali e offrendo a modico costo vitto e alloggio ai pellegrini.

    CONCHE OGGI

    Il complesso edilizio, che ha subito diverse ristrutturazioni, si compone oggi di tre distinti fabbricati e di due cortili, uno dei quali viene indicato come cimitero delle monache che vissero qui fino alla fine del Settecento. A destra un rustico, in mezzo la Chiesa dedicata alla Madonna della Misericordia,di semplice stile medievale, a sinistra il convento. Alla Chiesa si accede attraverso una scala rustica in cotto di 11 gradini, che passa attraverso una specie di tunnel. Prima di salire le scale, sulla sinistra, si trova uno “speco”, ritenuto il rifugio del Santo negli anni del suo eremitaggio, nel quale ora sono deposte le ossa delle monache riesumate dal vicino cimitero.

    All'interno della Chiesa vi è il sepolcro di S.Costanzo, ora vuoto.

    Tutto il complesso è circondato da un vasto prato, nel quale nel 1983 furono sistemate 14 massicce croci che formano una singolare Via Crucis realizzata dallo scultore di Nave Giuseppe Rivadossi, sulle quali domina il crocifisso, dedicato dall'artista alla memoria del fratello Francesco.

    La devozione alla Madonna della Misericordia di Conche è molto diffusa in tutti i paesi che sorgono ai piedi di questo monte.

  • Il 12 febbraio, giorno di S.Costanzo (patrono di Nave e protettore dei sagristi), la comunità di Nave organizza un pellegrinaggio al Santuario.
    In paese il Santo viene invece festeggiato nella seconda domenica di febbraio.

  • Il primo maggio, per l' apertura del mese Mariano si svolge un altro pellegrinaggio al santuario di Conche, con partenza da Nave e da Lumezzane. Il programma prevede: messa alle 11, pranzo in comune, recita del rosario al pomeriggio. Da questa data in poi il Santuario, grazie all'impegno dei membri della Confraternita, resterà aperto ogni giorno fino al mese di settembre.
    Inoltre, da circa tre anni, un gruppo di circa 50 persone della comunità di Lumezzane S.Apollonio si reca tutte le sere del mese di maggio, dalle 18 alle 20, fino al Santuario per la recita del rosario.
  • Una domenica tra giugno e luglio, fissata anno per anno, si svolge a Conche la “Giornata degli alpini”, organizzata dall'Associazione Alpini di Lumezzane, Nave, Bovezzo, Cortine, Caino, in memoria dei commilitoni caduti nelle due guerre. Partecipa alla festa il coro delle varie sezioni, pranzo e canti fino al tardo pomeriggio. La parte ufficiale della cerimonia prevede una visita al monumento dell'alpino, collocato nel 1963 a poca distanza dal Santuario. Come la Via Crucis, anche questo monumento è opera dello scultore Rivadossi.
  • L'ultimo lunedì di agosto è la comunità di Lumezzane S.Sebastiano a salire in pellegrinaggio a Conche per celebrare la FESTA DEI MOLETE. Una festa di ringraziamento istituita nel 1898, alla quale partecipano operai e artigiani addetti alla fabbricazione di posate e all'affilatura di strumenti da taglio.
  • La prima domenica di settembre si celebra infine la festa della Confraternita, che segna il termine del periodo di apertura continuata del Santuario. Nei mesi successivi il luogo sacro resterà aperto esclusivamente al sabato e alla domenica. Partecipa alla festa il Coro del Garza, che anima non solo i momenti liturgici, ma anche il dopopranzo. Al pomeriggio Via Crucis nel prato.

    Eventi eccezionali e memorabili furono le tre giornate dell'ammalato nelle quali vennero trasportati in elicottero al Santuario di Conche infermi ed anziani provenienti da Lumezzane, Nave e Caino il 22 luglio 1979 e, di nuovo, da Lumezzane il 30 giugno 1985 e da Nave, Caino, Cortine e Muratello il 21 luglio 1985.

    Al di là di queste feste e pellegrinaggi comunitari, la devozione alla Madonna della Misericordia di Conche è testimoniata dalla presenza di quanti, per proprio conto, come secoli fa, salgono fin quassù in solitudine per nove giorni di seguito (novena) recitando il rosario per sciogliere un “voto” o per chiedere una “grazia”: la guarigione per sé o per un parente.

    Una tavola votiva dei primi dell'Ottocento, donata al Santuario dalla popolazione di Lumezzane, attesta infine un'altra circostanza che richiamò centinaia di fedeli al Santuario e che fu chiaramente esplicitata nella scritta presente sul cartiglio:

    ”Nel mese di maggio 1818 continuando la pioggia per venti e più giorni che danneggiava la campagna il popolo di L'Umezane in numero di trecento e più persone si portò avanti questa Sacra immagine di M.V. detta di Conche scoprendola il giorno 4 giugno di detto anno e tosto cessò la pioggia scoprendo con grande miracolo un generale sereno et in segno di ringraziamento il detto popolo giulivo sciolse il voto”.

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