Comune di Leno

Il calendario: date fisse

Carnevale a Leno: La burla storica

( Carnevale)

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    In occasione dell'VIII edizione del Carnevale di Leno venne redatto, con la complicità degli organizzatori della manifestazione, questo documento, pubblicato anche dal quotidiano “Brescia oggi” e rivelatosi infine una semplice burla.

    ”Il Gran Carnevale dei Carnevali di Leno trae origine dal carnevale che si teneva nell'allegro borgo lenese sin dai tempi più antichi, e ne è, in pratica, la riedizione moderna e aggiornata.

    Di questa storica manifestazione si trova, inoltre, ampia traccia in vari documenti e nei diplomi imperiali di Carlo il Calvo e di Ludovico il Bavaro e si fa addirittura memoria della presenza a Leno al Carnevale del 758, di Pipino il Breve, che, dicono le cronache del tempo, sfilò in corteo vestito da Polifemo, insieme alla consorte Berta dal lungo Piede (la Berta che filava) suscitando entusiasmo ed un'irrefrenabile contentezza nella popolazione sia laica che religiosa.

    La vetustà della manifestazione lenese è stata confermata dal ritrovamento nel 1988, nell'archivio storico comunale, di una cronaca del 1300 in cui l'ignoto cronista trova, a suo parere, quanto mai esecrabile che gli homines de Leno sunt in plenissima libertate agendi bacchanalia tempore quo voluerint e si rammarica che ciò avvenga con il benestare degli abati (il testo recita: suentibus et non contradicentibus abbatibus et monacis dicti monasteri de Leno ) La cronaca si conclude con l'affermazione che quod est superius - cio che è detto prima - est publica vox et fama.

    Il Carnevale lenese traeva gente da ogni dove e continuò a svolgersi fra alterne vicende fin verso la fine del XVIII secolo, quando, in seguito alla quasi contemporanea scomparsa di tutti gli organizzatori, arruolatisi volontari nelle armate napoleoniche, decadde fino al 1980, quando risorse quasi per incanto dalle sue gloriose ceneri.

    É un vero peccato che non se ne sappia di più e che gli studiosi di storia locale, più attratti da abati, monaci e conventi, mostrino di ignorare, quanto meno nelle loro opere, l'antichissimo Carnevale di Leno ed ogni altra sollazzevole vicenda accaduta in altre epoche nel simpatico paese bassaiolo.

    Fortunatamente, nella gente più anziana, è rimasto il ricordo dei bei tempi andati, di sfrenati balli popolari che avevano luogo dove ora sorge la parrocchiale e di una musica che faceva muover le gambe da sole pur stando seduti.

    Ogni edizione del Carnevale, per speciale concessione di Alessandro VI Borgia, la cui diletta figlia Lucrezia a Leno aveva trovato modo di spassarsela come mai le era accaduto prima, prolungava il suo termine alla domenica che veniva dopo il Martedì Grasso.

    Sembrava fosse comunque memorabile se tutti indistintamente, poveri o ricchi, partecipavano mascherandosi e dimenticando le preoccupazioni di ogni giorno, tanto che la gente di Leno, e ben oltre, ne parlava poi per mesi e mesi.

    Le regole sociali erano sovvertite, i servi si vestivano da padroni, gli uomini da donne, i giovani da vecchi… La licenziosità dei gesti e del linguaggio non conosceva limiti di sorta e il divertimento, ben aiutato da un genuino vino novello che scorreva a secchi nelle secche gole dei contadini, era universale.

    Con le riedizioni moderne dell'antico e famoso Carnevale di Leno si vuol ricreare il clima trionfante di quei tempi”.

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