Le feste, i riti e le usanze del ciclo dell'anno

I giorni emergenti nei calendari tradizionali

I giorni che si avvicendano nel corso di un anno possono assumere valenze e significati differenti da luogo a luogo. Una medesima data può infatti rappresentare presso una determinata comunità un'unità di tempo «neutra», caratterizzata dalla più assoluta normalità, destinata al lavoro quotidiano e alla cosiddetta vita «di tutti i giorni», mentre in altri contesti locali può essere considerata dalla comunità (o da alcuni suoi membri) come una giornata speciale o una ricorrenza festiva riservata alla realizzazione di particolari azioni rituali.

I gruppi umani hanno spesso marcato in passato la propria identità facendo leva su peculiari scansioni del tempo e su specifiche scadenze calendariali.

La Chiesa, lo Stato e, in epoca più recente, il Mercato hanno largamente contribuito a uniformare gli originari calendari tipici delle culture tradizionali inducendo, secondo i casi, il popolo dei fedeli, dei cittadini o dei consumatori all'osservanza di ricorrenze universali, quali ad es. il Natale, la Pasqua e altre date di precetto religioso, le festività nazionali prescritte dal calendario civile (dai tempi di Napoleone in poi) oppure i giorni da dedicare ai regali (reclamizzati dai mass media come mere occasioni consumistiche).

In molti casi, nonostante questi interventi esercitati dalle culture ufficiali, le comunità locali hanno però saputo riconfermare (e talora contrapporre) scelte calendariali autonome che si esprimono nella realizzazione di una o più grandi feste annuali collettive, a date fisse o mobili.

Numerose sono anche in Lombardia le comunità che concentrano le proprie energie simboliche in occasioni festive, che appaiono profondamente diverse tra loro da luogo a luogo, e che spesso rivestono grande rilevanza e interesse sul piano etnografico.

Il calendario liturgico e la devozione dei santi, cui la Chiesa cattolica ha consacrato i diversi giorni dell'anno, hanno offerto nei secoli alle «specializzazioni festive locali» un'ampia gamma di scelte e di opzioni. Presso altre comunità funzioni analoghe sono state invece demandate a feste profane non cristianizzate, quale ad esempio il ciclo del Carnevale.

I riti calendariali, che convivono con i tempi moderni e che ancor oggi sono in uso per effetto di una ininterrotta continuità con le proprie origini -o in virtù di una qualche recente ripresa-, affondano le proprie radici in eventi storici del passato o in miti di riferimento locali. D'altra parte l'insieme dei tratti morfologici che concorrono alla loro plasmazione forma un repertorio di elementi tipologici ricorrenti e ampiamente diffusi nelle tradizioni dell'intero continente eurasiatico. Storia e morfologia sono destinate perciò a intrecciarsi indissolubilmente in questo ambito di ricerca folklorica.