'La danza con le sue implicazioni volta per volta coreografiche, artistiche, ludiche, drammatico-rappresentative e con le sue suggestioni erotiche, esaltative, evasionistiche, resta come sostrato comune nei riti (.) delle varie civiltà, sia dell'allevamento sia della coltivazione, fino nelle civiltà più complesse e avanzate dal punto di vista socio-economico, a livello delle religioni antiche e del folklore moderno”.
Vittorio Lanternari, La grande festa. Vita rituale e sistemi di produzione nelle società tradizionali (1983: 510).
”I balli popolari in uso in Italia settentrionale sono normalmente quelli del gruppo del «liscio», cioè valzer, mazurke, polke ecc. Sono però ancora numerosi in diverse aree, i balli tradizionali precedenti l'affermazione ottocentesca del liscio: monferrine, gighe, correnti, furlaneecc. Molto spesso i suonatori usano definire questi balli «vecchi» o «antichi» (in opposizione al liscio che sarebbe «moderno») oppure «balli montanari» o anche balli staccati» (mentre il liscio si balla a coppie che si tengono avvinte). Questo repertorio di balli tradizionali appare oggi conservato esclusivamente nelle aree di montagna e collina; sembra completamente scomparso in pianura.'
Bruno Pianta, Cultura popolare (1982: 137)