L’arte dei cosiddetti “madonnari”, i pittori di strada che dipingono con i gessetti sull’asfalto di piazze e sagrati coloratissime quanto effimere immagini di soggetto sacro, costituisce una sorta di accorto compromesso tra l’iconofilia (il culto delle immagini) e l’iconofobia (il rifiuto e la distruzione di immagini sacre).
Riallacciandosi a pratiche simboliche un tempo universalmente diffuse che ricongiungono come fasi distinte di uno stesso processo rituale una pars costruens e una pars destruens, l’azione dei “madonnari” concilia di fatto le due posizioni estreme di un marianismo idolatrico e di un contro-marianismo di stampo puritano-iconoclasta. Le opere realizzate da questi artisti del gessetto riproducono quadri famosi e celebri pale d’altare, ma, a differenza dei loro illustri modelli, queste pitture sono programmate per non durare nel tempo, non sono trasmissibili e non possono avere quindi alcun valore commerciale. Il calpestio dei passanti determinerà immancabilmente la loro cancellazione e il primo acquazzone finirà col dissolverle ben presto nel nulla. Ma è proprio il loro effimero destino a determinare il fascino autentico di questi capolavori da marciapiede.
Ogni anno, dal 1973, alla vigilia del 15 agosto, in occasione della fiera della Madonna Assunta, i “madonnari” si danno appuntamento davanti al quattrocentesco santuario della B.V. delle Grazie (nel comune di Curtatone) per gareggiare tra loro. La fortunata manifestazione è stata poi replicata, spesso con esecutori molto più giovani e meno prestigiosi, anche in altre date e località.