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Mantova (Italia)

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Letture: Il Bestiario podiense

menù letture da Stefano Scansani e Mario Setti, Poggio Rusco (Mantova) 1984


Marmàcula (Bestiaeolinus Phantasticus Podiensis), insetto paurometabulo coleottero paussideo.

Di certo cadesto minuscolo insetto è il piu strano del circondario e qui solo trovasi.

Probabilmente trattasi anco di un dei coleotteri più vetusti di qualsiasi contrada, qui e di là dei mari conosciuti, in quanto ancor conserva due piccole branchie, di cui solamente i pesci son dotati, pur detestando l'acqua.

In sulla testa porta mastruose antenne per meglio individuar e palpar gli ostacoli e quindi i perigli. La Marmàcula ha occhi enormi rispetto al picciol corpo, quattro paia di zampe, con panza molle e, di contro, sulla schiena molto robustosa, vi son membrane assai spesse di color azzurro cielo. Per tristissimo fato l'insetto solitamente ha orribile sorte essendo essa il cibo preferito e prediletto del Pidrüs il quale, individuatone un popolatissimo nido, limitasi ad aprir le pigre fauci ed a sporger la vischiosa lingua perchè gli insetti, per misterioso istinto, dirigonsi in processione nella bocca del mammifero, facendosi inghiottire.

Le Marmàcule non van scambiate o confuse con boarine, papataci nigri, pampogne colorate o fiapole nostrane. Esse infatti son eleganti, ma nel contempo assai difficilmente visibili ed osservabili in qualsivoglia ora del giorno o della notte.

Son davvero radi gli uomini che ne han potuto seguire il passo e le abitudini di vita e la maggior parte di loro han dovuto abbandonare l'esperienza, perchè enigmatica, sforzo vano e conciossiacosaché infruttuosa.

V'è anche da sottolinear un singolare aspetto del comportamento occulto dell'insetto.

Infatti l'animale, in sulla metà dell'autunno, allorchè le foglie mutano il colorito estivo e i frutti maturano, porta acini d'uva basegana nelle sue tane nascoste e, pare una fola, procede ad una sorta di follatura serbando il mosto, quasi ad imitare la pratica dei cantinieri.

Nel 1609 tal Onorio da Verdonda, appo il Tramuschio, avea costrutto un balladore con rete molto fitta ch'egli solitamente usava per tramaglio. La di lui intenzione era quella d'allevare e commerciare tali insetti come esche per la cattura del Pidrüs.

Onorio nel recinto avea quindi posto tre dozzine, tra maschi e femmine, di Marmàcule.

In brevissimo lasso di tempo ess si moltiplicarono enormemente, fino a quando non furon pronte alla vendita. L'allevatore, ben sapendo Che gli insetti si potean catturare solamente in notti oscure e di luna prive, al calar delle tenebre si apropinquò nel recinto.

D'un tratto l'astro comparve luminoso e le Marmàcule subitamente s'intanarono e tale alternarsi di buio e luce continuò per l'intera notte. Onorio allora, la notte successiva, pur di ricavar qualche soldo dal balzano allevamento, decise di fare ingresso nel balladore, fosse scuro pesto oppure gaio chiarore. Allora, poichè nell'occasione raccontata non si vedeva più in là del proprio naso e fissa era la nebbia, l'uomo entrò per la cattura con una capace cavagna. Ahilui, essendogli impedita la vista, gli insetti per intiero calpestò facendone poltiglia e ruinando la preziosa merce. Or quindi è
dall'allor data che tra Tramuschio, Quadarlina, Signate, San Rocco, Quingentole, alla Pieve e financo a Revere, s'e persa traccia del Pidrüs.

Rima

S'ad vö ciapar ai Pidrüs
sbatagh la Marmàcula sot'al müs.
Se la lüna in ciel l'apar
an'ghè Marmàculi da pistàr !

da Stefano Scansani e Mario Setti, Bestiario Podiense, Poggio Rusco -MN- 1984