Comune di Marcaria

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Le feste di Canicossa

Documento storico.

(Carnevale)

  • Divertimento Popolare.

    L'ultimo giorno del Carnevale dell'anno 1878.

    Il sole dardeggiava co' suoi caldi e luminosi raggi sulla superficie della terra, nel giorno 5 Marzo 1878, che al Caffè di Canicossa fù messo il Tendone, per ripararsi da' suoi caldi raggi.

    Circa alle 2 pomeridiane furono piante due Cuccagne, una più alta dell'altra… queste sorgevano sulla piazza della Chiesa in forma di antenne con Emblemi carnevaleschi- non appena finito ecco venire da tutte le parti uomini e donne provenienti da' vicini paesi; in mezzo ad essi comparì la musica di San Michele- che a passo a passi suonando si fermarono d'innanzi alla Canonica- che poi taquero, la piazza fù zeppa di gente aspettando che si cominciasse il divertimento.

    Ecco che dall'Orologgio scoccò le 3 ore ora in cui si cominciarono i divertimenti i quali il primo fù lo sepelimento d'una Pita (nome comune) Essa colla testa sorgeva dalla terra come un fungo di campagna; e di tanto in tanto si guardava a torno coll'ochio livido e torbido e quasi pieno di spavento… ma pure quel animale dovè restar lì- perché la mano distrugitrice dell'uomo; quell'essere superiore a tutto- la costrinse a servire di trastullo alla fanatica plebe- non tanto degna al secol nostro.

    Uno della comitiva s'alzò sopra una scranna inmezzo al popolo, e pronunciò a voce sonora e intelligente un discorso che rachiudeva un cenno biografico dell'animale e alla fine d'esso, la condanò al taglio della testa e così furono bendati gli occhi a una persona e poi gli diedero una siabola- lo lasiarono in balia al caso- ma non vi riusì molti altri fecero la prova- ma sempre col medesimo efetto- Finalmente uno- la tagliò dopo molte prove- all'ora la musica intuonò l'inno della Vittoria- così finì questo divertimento-

    Questa esecuzione fu fatta a suon di musica- come se l'anima dell'animale nel partire dal suo corpo dovesse entrare, in un mondo dove esiste il suo prediletto creatore Pittone.

    Quella musica era l'ecco dell'anima del popolo, destava profondamente dall'anima quelle idee patriotiche e liberali le cui destavano fantasie e amore alle sublimi cose.

    Dopo tutto questo cominciaronsi a salire e risalire sopra una delle Cuccagne- e sempre a suon di musica-

    Un uomo di circa 35 anni vi toccò la cima, e con gra stuppore degli astanti s'appiccò colle mani al disopra dell'albero e fece di allargar le gambe a modo di nuoto- fù pauroso a vederlo- e poi sese onore a Lui e gloria alla sua abilità-

    Finita l'una si cominciarono l'altra più alta e più lisia- anche questa dopo molte prove vi riussì a salirvi un giovincello di Campitello- che aranpicò con sì bel garbo, da invidiare la nostra gioventù canicossese poco degna nella ginastica arranpicante.

    Dopo di questo molti della comitiva ofersero ai più esperti lire 6 -in 3 aranpicate- all'ora tutti provarono che in breve furono pigliate - uno de' quali lo posso segnalare al letore perché lo a sott'ochio sino dalla Domenica 3 Marzo- quello che pigliò la prima Cuccagna-

    Il sole ancora alto dardeggiava la fulgida luce sopra di noi; affine di congratularsi colla comitiva; (che al capo d'essa era il Prete) a non stancarsi di si bella allegria- -difatti presero una gallina e la sotterarono come anno fatto alla Pita- ma non apena cominciato che comparì delle maschere, si riconobero che erano di San Michele- essi non fecero che a gestire co' suoi suonatori e nulla altro-

    Questo durò un bel quarto d'ora fra suoni e risate dalla plebe- all'orquando si doveva ricominciare al'esequzione del taglio della gallina, e suonato un po di note musicali; che conparì in mezzo alla piazza, delle maschere a cavallo a degli asini- Essi (asini) tenevano in fronte un cartellone con parole in grandi carrateri i nomi di ogni Cardinale che doveva diventare Papi- cioè- il primo -Parocchi, 2 Simeoni, 3° Pane Bianco - 4 Canossa- il 5° Leone decimo terzo- quello che diventò papa… gli uomini a cavallo tenevano bastoni e canne con carteloni a carateri grandi in cima apicati- che non ebbi il tempo di legerli… tutti questi si fermarono sulla piazza d'inanzi alla Canonica, e quasi cercando di sgridare la musica che tacesse - afine di fare un discorso allegorico - ma essi non taquero - forse per un cenno di qualchuno della comitiva - ma dico ma perché il mio occhio non à potuto framezzo a questi 1500 Millecinquecento persone - a contemplare a tutto ciò che succedeva-

    Questa era una vera Sattira bella e buona, non tanto per il Prete - ma per tutta la popolazione - ma un po troppo licenziosa-

    Partirono, e un poco dopo ritornarono- all'ora furono ricominciato al taglio della testa della gallina, che dopo molte prove e riprove, suonate e sopra suonate, si finì col tagliarla, solo la cresta, ora quasi l'era morta- la gente cominciavano a sparire ognuno andava alle case loro-

    Alla sera dopo cena i suonatori cominciarono a suonare e passeggiare lungo la Strada che pareva un paradiso e si finì alle 12 di notte.

    Così fu finito l'ultimo giorno di carnevale del 5 Marzo 1878 che al dire de' più vechi, non fù mai visto simile allegrie- variate in mille guise, e in mille gusti- onorate da tutti.

    Questo sunto tratto giù alla buona servirà di Promemoria a coloro che leggerano la memoria del nostro paese a uso cronaca-

    Canicossa 6 Marzo 1878

    da Cronaca di Canicossa

    Manoscritto inedito di Giovanni Pinfari

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