Comune di Cevo

Il calendario: date fisse

Festa del Badalisc ad Andrista (località di Cevo)

(5 e 6 gennaio)

  • Carte tematiche[Cibi][Monologhi processi e testamenti][Mascheramenti][Questue][Strepiti -ieri-]

    Nel passato il protagonista di questa festa era comune a tutti i paesi della Valsaviore, ora è rimasto in vita solo nei paesi di Cevo con il nome di Basalisk e di Andrista nella variante Badalisc. Quest'ultimo non vive stabilmente nei boschi attorno ad Andrista, ma ogni anno vi giunge nel periodo in cui si svolge la festa.

    Un tempo, alcuni giorni prima del 5 gennaio, quando il sole era tramontato, i giovani andavano da un capo all' altro del paese suonando le tacole perchè il Badalisc, che ormai era nella zona, sentendole capisse che era quasi giunto il giorno della festa e si avvicinasse al centro.
    Esso tuttavia non scende fino in paese, perciò è necessario catturarlo.

    I cacciatori sono dei ragazzi in abiti da pastori: pantaloni e gilet di velluto, camicia di lana, pelli di pecora avvolte ai polpacci e un cappello; essi impersonano comunque non dei giovani (come in effetti sono), ma delle persone adulte o anziane. I cacciatori portano in corteo per il paese il Badalisc ben legato.

    Al corteo partecipano anche alcune maschere: il vecchietto e la vecchietta; la signorina (impersonata sempre da un ragazzo travestito da donna) da notare che il Badalisc esige la sua presenza e si rifiuta di entrare in un luogo se prima non vi è entrata lei; un personaggio che precede il Badalisc e pulisce la strada da cui il mostro dovrà passare utilizzando una scopa di saggina e acqua.
    Questa azione esprime il grande rispetto della gente di Andrista verso il Badalisc, che non è ritenuto un essere ostile, ma rappresenta pur sempre un'entità sovrumana da trattare con riverenza.

    Attualmente il corteo fa una sosta all'osteria poi si reca in un prato, dove è stato allestito un tendone, sotto il quale si svolge la parte più interessante della festa: il discorso del Badalisc. Anticamente, dopo la sfilata per il paese, il mostro e i suoi cacciatori sostavano di stalla in stalla e in ognuna proponevano il discorso. Da questo uso si è passati, negli ultimi cinquant'anni, a fare la festa al bar del paese, dove tutti si riunivano ad ascoltare, per giungere oggi alla scelta di un prato, soprattutto perchè la fama della manifestazione attira ora molta gente da altri paesi, ed è necessario uno spazio ampio per accoglierla. Al discorso del Badalisc segue una festa in cui si mangia, si canta e si balla. I cibi consumati non sono particolari, bensì quelli comuni (polenta, salame, formaggio) attualmente si cucinano carni ai ferri, come è uso nelle altre feste popolari valligiane. Durante la festa al Badalisc è riservato il posto d'onore. La presenza del Badalisc è ben vista dalla gente del paese che fa di essa un'occasione per rivelare apertamente i contrasti interni alla comunità e dirimere le controversie sorte in paese nel corso dell'anno. Al termine dei due giorni di festa il Badalisc è lasciato libero, ma viene invitato a fare ritorno l'anno dopo, con la promessa che non troverà più gli stessi problemi. In passato alle donne non era concesso partecipare alla festa, e ascoltare il discorso del Badalisc, in quanto il racconto di certe azioni immorali poteva indurle ad agire male a loro volta. Chi fra le donne trasgrediva il divieto veniva punita dal sacerdote, che, il giorno seguente la festa, si rifiutava di darle la comunione. Comunque neppure per gli uomini era ritenuto morale essere presenti al rito. Si narra, per esempio, che una volta il prete, il giorno dopo la festa, abbia costretto i giovani che vi avevano preso parte a raccogliere per penitenza le pietre necessarie all'erezione del nuovo campanile. La chiesa è stata in passato molto ostile alla festa del Badalisc, sia perchè la giudicava troppo licenziosa, sia perchè rappresentava l'eredità di un passato pagano.

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